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Anche il cane e il gatto soffrono di diabete

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Anche il cane e il gatto soffrono di diabete

Il diabete è una malattia che può colpire anche il nostro cane o il nostro gatto e il primo campanello d’allarme è rappresentato da un aumento del consumo d’acqua e da un maggiore quantitativo di urina prodotta.

 

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Ma in cosa consiste precisamente questa patologia?

Il diabete mellito rientra nel gruppo delle patologie endocrine, ovvero a carico di ghiandole che producono ormoni. In particolare, il diabete mellito è da ricondursi a problematiche correlate al pancreas e ad uno dei suoi ormoni: l’insulina. La carenza o la mancata efficacia di quest'ultima determina un aumento di glucosio prima nel sangue e successivamente nelle urine che acquisteranno il caratteristico sapore dolce conferito dal glucosio in eccesso. Il termine infatti deriva proprio dal sapore dolce conferito dal glucosio. Inoltre, la presenza di questo zucchero nelle urine svolge un’azione di richiamo passivo di acqua determinando un aumento del volume delle urine prodotte, per compensare il quale il soggetto diabetico comincerà a bere di più.

 

Il diabete colpisce circa lo 0,3-0,6% dei cani e di solito viene diagnostico all’età di 7-9 anni. Le femmine sterilizzate sembrerebbero essere più a rischio rispetto ai maschi. Risulta più comune in alcune razze, come il Setter Inglese, lo Yorkshire Terrier, lo Schnauzer nano, il Barboncino nano, il Samoiedo e il Labrador Retriever, mentre si riscontra più raramente nel Boxer.

Nei gatti la prevalenza è di circa 0,2-0,5% e la diagnosi viene effettuata generalmente attorno ai 10-13 anni. In questo caso, la malattia è più frequente nel maschio che nelle femmine. Colpisce più frequentemente i gatti di razza Burmese, Blu di Russia, Norvegese delle Foreste, Abissino e Tonkinese.

A grandi linee, il diabete mellito può essere ricondotto a due tipologie, a seconda del motivo per il quale viene a mancare l’azione dell’insulina:

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    Carenza di insulina: la mancata produzione dell’insulina è causata dal danneggiamento delle cellule deputate alla sua produzione. Si parla, in tal caso, di diabete di tipo I, o insulino-dipendente, ed è la forma più frequente nel cane.

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    Resistenza all’insulina: L’insulina viene prodotta, ma non ha effetto. Si parla, in questo caso, di diabete di tipo II, o insulino-resistente, ed è la forma che più frequentemente si riscontra nel gatto.

 

Nel cane, spesso l’insorgenza del diabete è da imputarsi a danneggiamento del pancreas ed è quindi irreversibile. Per questo motivo, il cane necessita di una terapia insulinica a vita. 

Nel gatto, invece, il diabete può essere dovuto a malattie primarie che causano squilibri ormonali, come ad esempio il morbo di Cushing, ed è anche possibile che si tratti di una situazione reversibile, se adeguatamente trattata. Occorre precisare che, anche se è vero che il gatto può guarire dal diabete, ciò non avviene spontaneamente. Se non si effettua alcuna terapia consigliata dal Medico Veterinario, possono insorgere complicanze anche molto gravi.

L’obesità rappresenta un fattore di rischio principalmente nel gatto.

In entrambe le specie, il diabete è una malattia cronica che richiede molta attenzione da parte del proprietario, ma che può essere gestita con l’aiuto e i consigli del veterinario. La conoscenza di tutti gli aspetti legati alla malattia, l’attenzione ai sintomi e l’osservanza accurata delle istruzioni fornite possono assicurare ai nostri animali domestici una buona qualità di vita, evitando così complicazioni associate ad un diabete trascurato o mal gestito. Il dialogo con il proprio veterinario è fondamentale e se qualcosa non fosse chiaro, meglio una domanda in più che un dubbio!

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